domenica 23 maggio 2010

'In giro pai rivai' all'Ostaria Bepi Meo a San Canzian d'Isonzo

Bruno Tirel, nume tutelare della Ostaria Bepi Meo di San Canzian d'Isonzo e delegato del Cenacolo del Gusto della Bisiacaria dell'Associazione l'Altratavola, propone martedì 25 maggio la serata ' In giro pai rivai', una cena con le erbe puntarelle, i fiori e i prodotti locali a Km.0.
L'incontro a convivio sarà anche una occasione per 'raccontare' le iniziative dell'Associazione e della rete dei Borghi Europei del gusto, della quale San Canzian d' Isonzo fa parte.

Le puntarelle
Apprezzata fin dall'antichità per le sue virtù disintossicanti utili per stimolare delicatamente le funzioni epatiche, la cicoria spigata o cicoria di Catalogna, più nota col nome di puntarelle, è molto apprezzata e particolarmente ricercata dai consumatori più esigenti. Questa varietà di cicoria, che risale ad almeno duemila anni fa (veniva infatti già coltivata e raccolta dai greci e poi dai romani) si differenzia dalle altre per la presenza di steli floreali (le puntarelle) che fuoriescono verticalmente dal cespo dalla tipica forma allungata. Le foglie sono di colore verde, pallido alla base del cespo e sempre più intenso verso la punta delle foglie. E' un prodotto stagionale dal sapore gradevolmente amarognolo, di consistenza tenera ma croccante.Le puntarelle, ovvero i germogli che vanno formandosi nella parte interna del cespo, si mangiano crude, tagliate in strisce lunghe e sottili da immergere in acqua fredda per fargli assumere la caratteristica arricciatura. Sono molto gustose accompagnate dalla tipica salsa di acciughe o alici, o in un pinzimonio arricchito da un trito di aglio e acciughe.

Cucinare con i fiori
I fiori sono tradizionalmente usati in diverse cucine: europea, asiatica e orientale. I nativi americani e anche i primi “immigrati” americani usavano i fiori come cibo. Oggi i fiori in cucina hanno suscitato un rinnovato interesse per il loro profumo, colore e sapore. I fiori possono essere aggiunti ad un’insalata, fritti, congelati in cubetto di ghiaccio e aggiunti ai cocktail o stufati.
Ma non tutti i fiori sono commestibili e prima di cucinarli è necessario essere sicuri che lo siano, comunque della maggior parte dei casi ne vanno usati solo i petali (questo è il caso ad esempio delle rose e dei tulipani). Dopotutto ci sono anche fiori che fanno abitualmente parte delle nostre abitudini alimentari: non ditemi che non avete mai mangiato i fiori di zucchina fritti o i carciofi? (www.dolce-gusto.it)

domenica 9 maggio 2010

Visite gustose alla Trattoria al Santo di Monselice, per scoprire..... Solesino

Il viaggio dei giornalisti e dei comunicatori dell'Associazione L'Altratavola alla scoperta di un'Italia
'minore' che minore non è (per via delle ricchezze materiali e immateriali che la segnano profondamente), ha portato i 'vagabondi del gusto' a scoprire la comunità di Solesino, nella Bassa Padovana. E' stato quasi per caso che un giorno, complice la foratura di un pneumatico in quel di Monselice, nell'attesa della riparazione presso i fratelli Maron, i nostri hanno conosciuto Cristina alla vicina Trattoria al Santo. Una parola tira l'altra e ,così, è nata l'idea di conoscere più a fondo questo paese, assai conosciuto per il mercato della domenica, paese da cui provengono Cristina e
la sua famiglia.
“Un paese, dunque il nostro che ha sempre dovuto “arrancare” per sopravvivere. Limitato il territorio, non abbondante l’agricoltura e, in anni più recenti, poche le industrie: aspetti, questi, che sicuramente non hanno favorito uno sviluppo economico facile ed immediato.
E’ intervenuta, invece, l’arte di arrangiarsi, esercitata nel corso dei decenni attraverso il commercio nei modi e nelle forme più disparate, prima con il baratto, poi con il commercio ambulante, per spingersi, in tempi recenti, ad avere contatti anche con paesi orientali come Cina e India .
La storia ci insegna che la gente di Solesino ha fatto di necessità virtù: è stata gente intraprendente, con uno spiccato spirito commerciale ed una grande capacità di adattamento.
Inizialmente con conoscenze limitate, pochi mezzi, scarse risorse, ma ha avuto il coraggio di avventurarsi in terre nuove, di cimentarsi in settori commerciali non facili, quale ad esempio, l’antiquariato.” (dal sito del Comune).
Mamma Bruna ha sempre avuto la passione per la cucina. Cristina ha sempre operato nel settore del commercio, è per davvero una 'soesinara' con il senso delle relazioni con la gente. Erika,l'altra figlia, ha lavorato nel settore dell'ortofrutta per oltre dieci anni.
A questa 'trinità' del gusto sono affidate le sorti di una trattoria,ricca di storia e di tradizioni, situata in via Marconi a Monselice, lungo una strada di intenso traffico.
“ Proponiamo una cucina familiare, che sa valorizzare i prodotti stagionali del territorio. Non vi è nulla di prepreparato nella nostra cucina. Il menù nasce giorno per giorno, a seconda di quel che offre di fresco il mercato.”
A questo aggiungete la simpatia, uno stile alla mano, mai invadente e .... avrete il quadro del...
Santo, al quale non mancano frizzanti collaboratrici, come Manuela, la 'mora' fatale.

Così è 'partita' la visita a Solesino.
In via Michelangelo, al civico 13, Fausto Borile e Paola Cavaliere interpretano alla grande l'arte del pane. Il Panificio Pasticceria la Fornarina da oltre sei anni (dopo una prima esperienza in quel di Conselve), propone 'una carta ' che comprende oltre trenta tipi di pane,che si avvicendano nel corso della settimana, per 'esplodere' in una variopinta molteplicità il sabato, con i pani speciali.
Ma la Fornarina non è solo pane. Dall'artigianalità autentica escono, come per magia, le pizze, le focacce, i dolci da forno e i dolci da pasticceria (le crostate, le brioches a liveitazione naturale, fresche tutti i giorni). Un plurale di bontà che non conosce soste e che ben si accompagna , nel punto vendita, ad una scelta qualitativa di formaggi,salumi, paste, olio e quant'altro possa soddisfare anche i palati più esigenti. Vogliamo ricordare fra i prodotti salati le pizze al taglio,le spianate,i rotoli farciti e le torte salate ; fra i prodotti speciali le focaccine con patate , mais, riso,carote,zucca,cipolle, cereali, gli schizzotti morbidi; i prodotti biologici al kamut, al farro e senza lievito.Vi è poi un settore di pasta fresca che comprende gnocchi,lasagne,ravioli .bigoli, ecc.
“ Il lavoro va bene”, ci dice Paola, a sottolineare che l'impegno sul versante della qualità paga sempre e comunque.

Poco più in là non si sfugge ad una visita alla Macelleria Martini.
E' dal lontano 1958 che Fanny ha iniziato la sua avventura nel settore delle carni.
“Scelgo le carni al vivo, direttamente nelle stalle del contadini,in modo da poter controllare la filiera
e garantire al cliente la qualità”
Martini ha anche un macello a norma Cee, nel quale può operare anche per conto terzi.
“ Così quando la carne arriva sul banco, il cliente consumatore può essere tranquillo. Non vi è fase che non sia stata attentamente seguita e controllata”.
Poi, sul banco, si esercita anche la fantasia del macellaio, che diventa un po' gastronomo.Dunque spazio alla fantasia, ai preparati pronto cuoci, per assecondare i tempi sempre più accorciati delle indaffarate donne d'oggi.
“ Nel settore dei salumi, proponiamo tutti i classici salumi di tradizione dalla salsiccia alla pancetta,rigorosamente concepiti in modo del tutto artigianale.”
Insomma alla Macelleria Martini ( che pera anche con un proprio negozio a Rovigo), non fanno difetto creatività e immaginazione.

Giusto accanto alla porta della Macelleria Martini, ecco un altro Martini,Pierluigi,all'opera nella sua mcelleria equina. La carne di cavallo conta lunghe tradizioni in provincia di Padova e ,in modo particolare, nella Bassa Padovana. Sotto il profilo nutrizionale, la carne di cavallo si distingue per la sua magrezza e per una caratteristica sapidità dalle sfumature dolciastre. Il ridotto contenuto lipidico fa sì che i tagli freschi di giovani animali risultino particolarmente teneri e digeribili; per mantenere tali caratteristiche la cottura, rigorosamente al sangue, deve comunque essere breve.
Pierluigi ci racconta che il proprio itinerario professionale è iniziato nel 1993 e continua con soddisfazione ancor oggi.
Il suo banco è un inno al consumo : preparati pronto cuoci, un bel reparto di salumi equini, degli stuzzicanti complementi ( come per esempio il ragù).
“ Nelle nostre zone vi è anche la richiesta della carne di asino.La propongo da sempre,con ottimi risultati”.
La carne d'asino, venduta nelle macellerie equine, è molto simile per sapore e caratteristiche nutritive, a quella del cavallo. In Italia, la tradizione del consumo della carne d'asino è diffusa soprattutto (oggi meno di ieri) nelle regioni settentrionali. Specialmente nella pianura padana, un tempo la macellazione di cavalli e asini vecchi contribuiva ad aggiungere un po' di proteine a un regime alimentare essenzialmente basato su cereali e ortaggi. La carne dell'asino veniva conservata producendo salumi e cacciatorini, oppure utilizzata per stufati, brasati e stracotti. Oggi la carne d'asino è difficile da reperire e proviene comunque prevalentemente dall'estero, benché in alcune zone alpine si producano ancora bresaole a base di carne d'asino.

I Bisi di Peseggia e la Festa 2010

La zona tipica di produzione del Biso di Peseggia (pisello di Peseggia) ha il suo centro nell’omonima località in Comune di Scorzè. Tutto il territorio amministrativo comunale, di fatto, è parte della zona tipica; oltre al capoluogo devono quindi essere a pieno titolo comprese anche le località di Gardigiano, Cappella, Rio San Martino.
L’ambiente agrario della zona è tra i più fertili e ricchi d’acqua della provincia di Venezia. Si caratterizza inoltre, dal punto di vista paesaggistico, per la conservazione di un’organizzazione agraria tipica degli ambienti di antica bonifica. Il territorio del Comune di Scorze è a pieno titolo inserito nella zona delle risorgive del Sile (come anche per il radicchio di Treviso IGP). La lavorabilità del suolo è ottima e la fertilità invidiabile, specifica per una coltivazione ad accrescimento rapido come il pisello. La tradizionale disponibilità di buon letame, ora molto meno frequente di un tempo per la drastica riduzione delle stalle tradizionali, ha sicuramente favorito lo svilupparsi di tale coltivazione e inoltre ha contribuito ad arricchire la fertilità del suolo. È coltura tipicamente primaverile di facile realizzazione a condizione di disporre di abbondante manodopera. La coltura sopravvive e, con i noti limiti, rimane vivace soprattutto grazie all’abitudine degli abitanti della zona e dei comuni limitrofi di fare scorta di piselli nella giusta stagione e conservarli nei congelatori familiari; i piselli d’altro canto si prestano particolarmente al congelamento conservando praticamente inalterate, per mesi, le caratteristiche nutrizionali e organolettiche.
Il pisello é nutriente come le altre leguminose ma anche rinfrescante e più digeribile. Energetico, favorisce l'attività intesinale, anche se in quantità elevata provoca meteorismo. Particolarmete ricco di proteine e zuccheri. Usato in cosmesi per la cura della pelle fragile e spenta.
Si consuma in zuppe, minestre, paste, frittate, in umido... da solo o in compagnia di altri legumi, può entrare praticamente in ogni piatto a seconda dei gusti. Anche crudo al naturale, o come "Taccola" (speciale tipologia con i semi particolarmente piccoli in cui si consuma in unica soluzione l'intero bacello).
"Risi e bisi" , di nota e incontestabile tradizione veneta, con le seppie, primaverile incontro con la laguna di Venezia.
Dal 28 maggio al 7 giugno la Pro Loco propone per due settimane la 41ma Festa dei Bisi a Peseggia di Scorzè. Manifestazioni di ogni genere: sportive, culturali e ricreative coinvolgeranno con gioia e buonumore quanti parteciperanno alla Festa di Peseggia di Scorzè “grazioso e romantico angolo” della Provincia di Venezia, per ritrovare le radici della nostra cultura, la bellezza delle tradizioni ed il piacere di stare insieme tra amici.
La Festa dei bisi di Peseggia è stata inserita tra le manifestazioni da segnalare a livello nazionale dall'Azione InfoCerere,il circuito rivolto al mondo rurale che l'Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto e l'Associazione L'Altratavola promuovono mettendo in rete borghi e territori di oltre dieci stati del vecchio continente.

Miradolo : capitale del pisello

Miradolo è un comune della provincia di Pavia.
La sua storia è totalmente inglobata nella storia dei grandi feudi ( Visconti , Sforza , Estensi ), dei Vicariati feudali ( San Colombano e poi Belgioioso ) e nella serie degli innumerevoli atti notarili delle famiglie nobiliari.
I primi documenti presenti a Miradolo, a parte i reperti archeologici e un resto malconcio della torre del castrum ( il torrione ), sono le chiese, erette nel 1500, in seguito più volte riformate, e, sempre del 1500, i registri del parroco e due lapidi funerarie ( 1541 ) scoperte da chi scrive e subito sventuratamente ricoperte dal pavimento della parrocchiale.
L'economia del paese è basata sull' agricoltura e sulla coltivazione delle leguminacei, in particolare i piselli.I piselli hanno anche un ruolo importante nella gastronomia di Miradolo: sono buoni, facili da cucinare e si adattano a molti piatti.
Il pisello di Miradolo, detto anche erbion in dialetto, è una vera e propria primizia primaverile. In passato era rinomato nei mercati Ortofrutticoli di Milano e Pavia dove veniva venduto e costituiva il principale reddito primaverile dei contadini di Miradolo.
Nei terreni fertili e salini di Miradolo Terme le piante di piselli crescono molto bene grazie alla presenza di ferro, magnesio, fosforo e potassio e iodo.
Proprio questi microelementi si trasferiscono nel prodotto finale, il frutto, sottoforma di sapore e gusto.
Per essere buoni, i piselli, devono essere consumati freschi ed al momento dell'acquisto devono avere il bacello liscio ed elastico di un colore verde brillante e con il peduncolo ancora attaccato.
Nell'ambito della Festa di Maggio organizzata dalla Pro Loco di Miradolo Terme, 29-30-31 maggio si organizza la Sagra dei Piselli, con degustazione di piatti tipici, presentazione dei vini di S.Colombano d.o.c. e varie manifestazioni correlate.
La collina di San Colombano, con i suoi dolci pendii e le sue fertili terre, racconta attraverso i suoi vini, l’eredità lasciata dal monaco irlandese: il laborioso rapporto fra l’uomo e la vocazionalità del suo territorio.Il San Colombano è l’unico vino DOC prodotto in provincia di Milano.
È un vino di buona struttura, vinoso, armonico, caldo e profumato, brioso quando è bevuto giovane; se di buon corpo e alcolicità si presta ad alcuni anni di invecchiamento diventando aristocratico ed austero. La zona di produzione comprende Comuni di tre province: Miradolo Terme e Inverno Monteleone (Pavia), Graffignana e Sant’Angelo Lodigiano (Lodi), San Colombano al Lambro che è rimasto isola milanese, dopo la costituzione della provincia di Lodi nel 1995.

La ricetta tradizonale di “Riso e bisi” :

Ingredienti per 6 persone

500 g di riso
700 g di piselli
80 g di burro
40 g di pancetta magra
1 cipolla
Prezzemolo
60 g di formaggio grana grattugiato
Brodo
Sale
Pepe

Preparazione
Far rosolare a fuoco medio in metà burro la cipolla, il prezzemolo e la pancetta tritati.
Appena la cipolla inizia ad imbiondire, unire i piselli e cuocere per 5 minuti.
Aggiungere 5 mestoli di brodo, portare a bollore, versare il riso e mescolare.
Far cuocere a fiamma vivace per 15 minuti, mescolando e aggiungendo brodo.
Togliere dal fuoco al dente.
Salare, unire burro, grana e pepe.

sabato 8 maggio 2010

Italo Cescon e il Raboso Piave

Una inedita iniziativa di informazione

Dedicare una giornata di studio e di riflessione alla figura di Italo Cescon e ad una delle sue 'creature' predilette : Il Raboso Piave.

Questa l'idea che ha animato la Famiglia, l'Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto e l'Associazione l'Altratavola, per il giorno del Suo Anniversario.
Ma ,soprattutto, si tratta di ricordare Italo Cescon senza enfasi, come era per davvero, nella quotidiana realtà di Uomo e Imprenditore.
Per realizzare questo obiettivo si è voluto dare all'incontro ( che si terrà presso l'Azienda Italo Cescon Storie & Vini a Roncadelle il 23 giugno con inizio alle 17,30), una 'impaginazione' che ricorda quella dei giornali veri e propri, con uno stile brioso e l'avvicendarsi di giornalisti e comunicatori che intervisteranno in diretta i Familiari e alcuni personaggi della vita enogastronomica delle Terre del Piave e non.
Così fra testimonianze 'vere' e ricordi 'vissuti', si affronterà anche il tema del Raboso Piave, di alcune sue 'degenerazioni' di moda, del possibile ritorno ad una 'lectio' più autentica.
Il ricordo di Italo Cescon verrà affidato al giornalista enogastronomo Giampietro Rorato : i giornalisti e i comunicatori de l'Altratavola si alterneranno,invece, nelle domande agli Ospiti.
L'incontro è anche però una occasione per dare visibilità alle Terre del Piave : la Famiglia ha voluto infatti che nei servizi informativi che scaturiranno dalla manifestazione, vengano inseriti riferimenti espliciti alla storia, al paesaggio,all'arte e alla cultura del proprio territorio.
Insomma una iniziative socialmente utile e non banalmente pubblicitaria,come si conviene alla memoria di un uomo che aveva fatto della discrezione e della umiltà delle regole di vita.